cose da fare a Maratea...
...ovvero come prepararsi a viverla al meglio!
Se vuoi scegliere o hai scelto di visitare Maratea o di trascorrerci la tua vacanza, e tra i motivi non c'è l'ozio assoluto, allora potresti trovare interessanti i seguenti suggerimenti:
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Salire al Monte San Biagio
Un tempo era Maratea Superiore o il Castello. Oggi che dell'antico borgo restano i ruderi, il monte che sovrasta l'attuale Maratea è indicato come Castello o San Biagio o Cristo Redentore. Comunque lo si chiami è il monte più importante del territorio comunale e punto di riferimento dell'intero Golfo di Policastro. Dalla sua cima lo sguardo può aprirsi sui monti e sulla costa del Parco Nazionale del Cilento; sui monti del Parco Nazionale del Pollino, dall'Orsomarso al Massiccio del Pollino; sulle isole di Cirella, di Dino e di Santo Janni; sulla Costa di maratea, da punta Caija all'Armo di Cersuta, con la Torre di Apprezzami l'Asino; sulla Valle di Maratea fino al Passo Colla; sulle cime dei monti più alti del territorio comunale, dalla Serra al Coccovello, al Monte Crivo, alla Serra di Castrocucco. La sua culminazione, a 644 metri, accoglie l'imponente statua del Cristo Redentore; poco più in basso sono la Basilica Pontificia di San Biagio, i bar, il ristorante ed i negozi di souvenir. Si può raggiungere comodamente in macchina o in moto, ma è anche meta privilegiata per ciclisti e camminatori.
Visitare la Basilica di San Biagio. La tradizione vuole che l’attuale chiesa si sia sovrapposta a un antico tempio pagano dedicato alla dea Minerva del quale, però, non è stata mai trovata nessuna evidenza archeologica. Presumibilmente la chiesa ha iniziato a prendere forma intorno al VI-VII sec. d.C., epoca nella quale si suppone sia stata fondata, da una comunità di monaci basiliani, Maratea Superiore. L’aspetto architettonico dell’edificio è il risultato, nel corso dei secoli, dell’aggregazione di diverse strutture, tra le quali, si pensa, una torre di difesa che, dominando da quel luogo i due lati del monte, fungeva da roccaforte a difesa delle porte d’ingresso alla città. La chiesa intitolata in origine alla Madonna delle Grazie, cambiò il suo nome in onore di S. Biagio,Vescovo d’Armenia, le cui reliquie furono portate a Maratea nel 732 d.C. La leggenda racconta l’evento miracoloso, che durante una furiosa tempesta fece fermare la nave che trasportava le reliquie del Martire e quelle di San Macario presso l’isolotto di Santo Janni. I Marateoti vedevano dal castello la nave ferma circondata da una luce divina. Finita la tempesta una forza misteriosa tratteneva la nave impedendole di prendere il mare; questo fu inteso come il segno della volontà del Santo di volersi fermare a Maratea. Le reliquie furono sbarcate e portate nella chiesa e solo allora la nave, con il suo equipaggio, riuscì a ripartire. Diversi rimaneggiamenti, avvenuti soprattutto dal 1700 sino a pochi anni fa, ne hanno cambiato l’aspetto restituendoci oggi un interno sobrio, che dovrebbe richiamare l’originale stile architettonico. Il 10 agosto del 1940 il papa Pio XII laelevò al rango di Basilica Pontificia. Certo è che i lunghi secoli di culto a San Biagio, che ha richiamato devoti da luoghi lontani e in particolare da Napoli, avevano dotato la chiesa di numerose opere d’arte di cui molte oggi risultano s c o m p a r s e , come è documentato per un prezioso coro ligneo e una grande pala d’altare, dipinta nel 1578 dal pittore napoletano Michele Curia, collocata in fondo al presbiterio e composta da tre dipinti su tavola raffiguranti al centro la Madonna delle Grazie con Bambino, a destra San Giovanni Battista e a sinistra San Biagio, impaginati in una preziosa cornice intagliata e dorata. Sulla prima colonna a sinistra si vede un affresco tardo quattrocentesco raffigurante una Madonna con Bambino detto Madonna del Melograno riportato alla luce nel 1963. Di ottima fattura sono i seicenteschi bassorilievi in marmo con l’Annunciazione e la Madonna della Sapienza. Sulla parete di sinistra del presbiterio una tela settecentesca di scuola napoletana raffigura San Biagio in gloria che protegge la città raffigurata con torri e mura di difesa. Nella navata di sinistra, al centro, sull’altare Maggiore è collocata la statua lignea del 1700 della Madonna delle Grazie, mentre in fondo si trova il tabernacolo donato dal Canonico Guglielmo Deodato nel 1519. Sono di antica fattura il Battistero in pietra bianca e il cancello della porta centrale in ferro e bronzo. I sei altari in marmi policromi di produzione napoletana del settecento sono stati ricostruiti e ricollocati nel 1978; in quello sul presbiterio a sinistra sono conservate le reliquie di San Macario. La centralità del Santuario è sicuramente rappresentata dalla Regia Cappella che custodisce l’antica urna di pietra contenente il torace e parte del cranio di S a n Biagio e la statua del busto del Santo in argento realizzata dallo scultore Romano Vio nel 1979, copia dell’originale, realizzato da Domenico De Blasio a Napoli nel 1706, rubata nel 1976 e mai ritrovata. L'appellativo Regia Cappella deriva dallo Jus Patronato acquisito nel 1619 dal re di Napoli Filippo IV con una donazione di 1000 ducati. In quegli anni la Confraternita di San Biagio abbellì la Cappella con i marmi e le colonne che oggi si vedono. Di grande rilevanza di fede è il prodigio della Sacra Manna che sotto forma di un liquido, può gocciolare dalle colonne e dall’urna del Santo ed alla quale si attribuiscono miracolose proprietà di guarigione, soprattutto per i mali della gola. Maratea festeggia San Biagio, suo protettore, con una festa di quattro giorni che termina la seconda domenica di maggio di ogni anno.
Ammirare la statua del Cristo Redentore. Sulla cima di monte San Biagio si leva alta la sagoma inconfondibile del Cristo Redentore, visibile da tutti i paesi dell’intero golfo di Policastro. Voluta dal Conte Stefano Rivetti, artefice negli anni ’60, dello sviluppo quasi parallelo industriale e turistico di Maratea, rappresenta nel contempo un simbolo di fede e, per la sua monumentalità, un forte attrattore turistico richiamando migliaia di visitatori ogni anno. Alta 22 m, con un’apertura di braccia di 19 m e un volto largo 3 m è stata eseguita dallo scultore Bruno Innocenti. Iniziata nel novembre del 1963 e terminata nel 1965, è stata realizzata con una struttura di cemento armato ancorata in profondità nella roccia del sottosuolo e rivestita da un’impasto costituito da cemento bianco e scaglie di marmo di Carrara. Seconda al mondo per grandezza, dopo la Statua del Corcovado a Rio de Janeiro, ha preso il posto di una Croce Monumentale che era stata eretta nel 1942 per volontà dell’allora podestà Cav. Biagio Vitolo. Il Cristo, dal volto giovane e con la barba appena accennata, avanza lentamente con le braccia aperte e accoglienti verso la Basilica di San Biagio che ha di fronte, in un gesto di protezione verso l’intera comunità.
Bruno Innocenti (1906-1986) si forma presso l’Istituto d’Arte di Firenze, alla scuola di Libero Andreotti di cui successivamente ereditò la cattedra di scultura. E’ protagonista della vita artistica italiana a partire dagli anni ’30 partecipando a importanti rassegne d’arte nazionali e internazionali come la Promotrice di Torino, la Quadriennale di Roma e diverse edizioni della Biennale di Venezia, affermandosi con opere di particolare forza e di notevole lirismo. Realizza diverse opere pubbliche per il Teatro Comunale di Firenze, il Teatro delle Arti a Roma, per il Campanile di Giotto a Firenze ecc. Inizia i lavori del Cristo Redentore di Maratea nel mese di novembre del 1963 e li termina nel 1965 realizzando un’opera che, ancora oggi, si impone per stile, modernità e perizia tecnica.
Visitare il borgo
Intorno all’anno mille, ridottasi l’esigenza di arroccarsi sulla montagna per difendersi dai frequenti attacchi di nemici provenienti soprattutto dal mare, gli abitanti Maratea Superiore iniziano a spostare il loro interesse verso la Valle che offriva migliori spazi ed abbondante acqua per le attività agricole. Si cominciano così ad edificare le prime case dell'attuale borgo, alla base del versante nord di Monte San Biagio, nell'attuale rione Capocasale, comunque protetto allo sguardo dal mare . Ai margini del bosco dei carpini nasce la chiesa di San Vito, santo protettore dai morsi degli animali feroci e dei serpenti e successivamente, nei pressi, il primo impianto di quella che diventerà la chiesa di Santa Maria Maggiore detta anche Chiesa Madre. In questo periodo prende forma il suggestivo e caratteristico disegno urbano di Maratea fatto di scalinate, portici e abitazioni armonicamente incastonate tra le viuzze e i giardini. Pregevoli testimonianze architettoniche le troviamo nelle tre torri di guardia (rappresentate nello stemma della Città, e delle quali due sono ben visibili, mentre la terza è inglobata nell’edificio della chiesa madre); nei diversi esempi di portali in pietra locale e negli stemmi nobiliari sormontanti gli stessi; nei palazzi tra cui Palazzo Di Lieto, ex sede del primo nosocomio cittadino risalente al 1734 (oggi sede della mostra permanente di archeologia subaquea e di altri eventi espositivi), Palazzo Calderano, e i ruderi del Palazzo del Principino. Nei secoli successivi il nucleo si espande con la nascita del rione Casaletto dove si realizzano diverse dimore nobiliari fino a raggiungere, sostanzialmente nell’ottocento, la connotazione attuale. Per secoli il paese è stato il centro vitale di tutto il territorio diventandone sede amministrativa e luogo delle principali attività commerciali e artigianali e oggi rappresenta il punto di riferimento dei numerosi visitatori. Infatti sulla strada principale e nei vicoletti adiacenti si concentrano i tanti negozi di prodotti tipici, le sue chiese e la centrale e caratteristica piazza Buraglia. Arredata con i tavolini dei bar che si affacciano su di essa è il luogo preferito di ospiti e residenti per scambiare chiacchiere, incontrare amici o rilassarsi durante le lunghe serate estive. D’estate sono numerose le manifestazioni che animano il centro storico: serate musicali, concerti bandistici, mostre di pittura allestite lungo le pareti delle case nel dedalo dei vicoletti, esposizioni di artigianato artistico come quella tradizionalmente dedicata ai presepi o incontri letterari per la presentazione di libri di autori locali e nazionali che rivitalizzano le tante piazzette, da Piazza Buraglia a Piazzetta Pietra del Sole (così chiamata perché è la zona che riceve a febbraio i primi raggi di sole che invece manca per tre mesi d’inverno nella parte alta del paese nascosto dalla montagna), da Dietro l'Arancia a Piazzetta Rovita a Largo Santa maria Maggiore. Visitando il centro storico ci si imbatte di frequente nelle diverse testimonianze Artistiche che hanno sottolineato i momenti storici o di fede dei Marateoti. Di notevole importanza sono la colonna di San Biagio in via San Pietro e la colonna dell’Addolorata in via Cavour mentre in piazza Vitolo, dove si affaccia il Palazzo Comunale, è di recente collocazione una fontana con la scultura di una sirena che rappresenta Maratea come la tradizione vuole sia stata raffigurata nel suo stemma più antico.
Andare in spiaggia
Sono 30 le spiagge e le calette che punteggiano i circa trentadue chilometri di litorale roccioso, vario e incontaminato: spiagge grandi come quelle di Acquafredda, Fiumicello, Castrocucco o incastonate tra le scogliere come il Macarro, Illicini, la Spiaggia Nera, Santa Teresa, la Secca, tutte facilmente raggiungibili e ben attrezzate con parcheggi e efficienti stabilimenti balneari; piccole calette accessibili solo via mare, magari in canoa, paddle surf o pedalò, oppure con piccole barche o gommoni noleggiabili al porto. Per meglio comprendere la struttura della Costa di Maratea con le sue circa 30 spiagge e calette si suggerisce di leggere anche l'articolo Le spiagge e i lidi sulla Costa di Maratea o visualizzare direttamente la mappa interattiva o ancora la Carta turistica di Maratea.
Camminare sui sentieri vista mare
Maratea offre diverse possibilità di effettuare indimenticabili escursioni naturalistiche. Antichi sentieri sono oggi fruibili per chi sceglie il trekking per mantenersi in forma e godere di impareggiabili scenari, garantiti dal territorio montuoso affacciato sul Golfo di Policastro ed arricchito dalla rigogliosa macchia mediterranea. Molti di questi sentieri, tutti di difficoltà escursionistica, finiscono proprio sulle spiagge e questo ha stimolato la proposta di viaggio della nostra agenzia "Trekking e Mare a Maratea" elaborata in collaborazione con la Trekking Italia Firenze.
Consigli per una serena escursione Farsi accompagnare da una guida; scegliere itinerari confacenti alle proprie condizioni fisiche e alle proprie capacità tecniche; dotarsi di un minimo di attrezzatura idonea: abbigliamento funzionale, scarpe adatte, cappello, zainetto, telefono cellulare, medicazioni di pronto soccorso, acqua e merendine energetiche; informarsi sulle previsioni meteo; non effettuare escursioni da soli e comunque comunicare l’itinerario che si percorrerà; evitare di uscire dai sentieri. Si invita, ovviamente, a non lasciare alcun tipo di rifiuto e a rispettare la flora e la fauna.
Su questo sito ti possono interessare anche gli articoli:
album fotografico "Trek e mare a Maratea"
carta turistica della Valle del Noce e della Costa di Maratea"
Info: 0973 877797, 331 9150695, This email address is being protected from spambots. You need JavaScript enabled to view it.
Visitare la Grotta delle Meraviglie
È uno dei gioielli della natura che Maratea custodisce e offre ai suoi visitatori. La grotta è a Marina di Maratea. Fu nel 1927 che alcuni operai, durante la costruzione della statale, ruppero casualmente la parete calcarea che la custodiva e si trovarono davanti allo stupefacente spettacolo offerto dalle cascate di stalattiti e stalagmiti formatisi con un lavoro dell’acqua durato centinaia di migliaia di anni. Fino ad allora la grotta era rimasta sigillata ed inaccessibile e quindi si è conservata integra e incontaminata assumendo, per questo, una particolare importanza per gli studiosi. Un emozionante stupore accoglie il visitatore che entrando nella grande sala, si trova al centro di multiformi e artistiche formazioni di calcite. La grotta è visitabile tutto l’anno. Per orari e contatti vai all’articolo"La Grotta delle Meraviglie..."
Assaporare la cucina lucana
La cucina lucana-marateota riflette le peculiari caratteristiche dei luoghi. Infatti è un sapiente mix di sapori e colori, di frutti della terra e del mare. Tradizionalmente contadina, esprime eccellenti prodotti della campagna noti fin dai tempi antichi e oggetto di proficui commerci sia con i paesi dell’interno che con le città costiere. Un tempo era nota per i suoi aranci e limoni, ormai coltivati solo a livello familiare, oggi si per la qualità degli ortaggi. Particolarmente apprezzati sono i pomodori di Massa, invero coltivati anche a Castrocucco, che raggiungono notevoli dimensioni e splendide coloriture che vanno dal rosso al violaceo: d’estate sono i principi della tavola; e poi i fagiolini, i peperoni, i peperoncini piccanti, le melenzane, le zucchine, le cipolle rosse e le splendide insalate che nei banchi del mercato i contadini locali portano tutti i giorni freschi. In primavera fanno la loro comparsa gli asparagi selvatici particolarmente apprezzati dalla tavola marateota che li prepara in splendidi sughetti al pomodoro o in una tradizionale frittata. Una punta di eccellenza è raggiunta nella preparazione delle gustose mozzarelle a treccia di Massa e dei caciocavalli; particolare è la cacioricotta che, stagionata al punto giusto è ottima da grattuggiare sui primi piatti. Nata in Lucania, da qui il nome “lucanica”, ai tempi dei romani, la salciccia si propone con diverse varianti, tipica è quella condita con il peperone rosso dolce e semi di finocchio o la versione con l’aggiunta di peperoncino piccante mentre irrinunciabile è la soppressata locale. Molto praticata è la lavorazione artigianale della pasta e ancora oggi in molte case si preparano le lagane, simili a larghe tagliatelle, cucinate preferibilmente con i ceci o con i fagioli o i fusilli conditi in genere con sughi o meglio ancora con il ragù di carne o salciccia. Notevole è anche la tradizione culinaria d’origine marinara che vede nel porto e nei suoi pescatori i protagonisti. I pescatori locali forniscono il mercato locale e i ristoranti di ottimo pesce che viene cucinato in diversi modi, dalle zuppe, agli splendidi sughi che accompagnano i primi piatti alle preparazioni alla brace o al forno. Non manca sulla tavola marateota il pesce azzurro e in particolare le alici alla scapece, cioè fritte e lasciate a marinare nell’aceto e consumate durante le feste locali. Di lunga memoria è la tradizione pasticciera che propone i bocconotti ripieni di marmellata o cioccolato o gli irrinunciabili dolcetti di mandorla. Tipica è invece la produzione dei rosoli negli svariati aromi che vanno dalla fragola al finocchietto selvatico, o dei profumati limoncelli e del caratteristico amaro. Immancabili nelle botteghe di enogastronomia sono i prodotti tipici forniti del marchio IGP o DOP della Basilicata ormai richiesti e famosi in tutto il mondo. Tra i formaggi primeggiano, il caciocavallo podolico che prende il nome dalla razza bovina locale che produce il latte o gli aromatici pecorini del Pollino e il noto canestrato di Moliterno. Unico per il sapore è il peperone di Senise, dalla buccia particolarmente sottile e dallo scarso contenuto d’acqua che lo rende adatto all’essiccazione naturale e ad essere cucinato “crusco” (fritto in olio e croccante). Teneri e saporiti i fagioli di Sarconi nei diversi tipi che variano nella colorazione. Alcuni prodotti rappresentano la contigua Calabria come la particolare “nduia”, una salciccia piccante spalmabile sul pane o i tipici preparati sott’olio.
Fare un giro in barca
Un giro in barca lungo la costa lo consigliamo a tutti, condizioni meteo marine permettendo! I grandi gozzi partono dal porto ogni mattina alle 9.30 ed ogni pomeriggio alle 14.30 in direzione nord, fino a Punta Caija e Secca di Castrocucco, o sud, oltre la Punta dei Crivi ed il Canale di Mezzanotte, alla scoperta delle calette più nascoste e delle grotte marine. Durante l'escursione sarà ovviamente possibile fare anche bellissimi bagni! L'imbarco è sul molo, di fronte all'ufficio postale.
Costo: euro 25 a persona
info: 0973 877797, This email address is being protected from spambots. You need JavaScript enabled to view it.
Volare in parapendio
Forti emozioni! Le montagne attaccate alla linea di costa offrono tre magnifici decolli a chi ama volare in parapendio: Tiro a Piattello, sopra Marina di Maratea, con atterraggio sulla Spiaggia Nera, Colle della Salvia e Timpa del Tuono sopra Acquafredda, con atterraggio sulla Spiaggia Anginarra. Il decollo di Timpa del Tuono è il più alto in quota sul marein Italia, ed il secondo in assoluto. Della manutenzione dei decolli si occupa ormai da molti anni l'associazione sportiva Fly Maratea.
Oggi chiunque può provare l'esperienza indimenticabile e l'ebbrezza di volteggiare sulla Costa di Maratea: basta prenotare un giro su un parapendio biposto, magistralmente guidato da esperti.
Info: 338 4698914
Fare un giro in Kayak
Non c’è niente di più rigenerante di una pagaiata in kayak, in qualsiasi ora del giorno, fino al tramonto, sui tratti più suggestivi della costa, con la possibilità di entrare nelle grotte, di raggiungere le calette più nascoste, di fare un giro intorno all’Isola di Santo Janni. Oggi la Fly Maratea ti offre la possibilità di noleggiare kayak e attrezzatura professionale per un’escursione, anche con istruttore dalla spiaggia del Macarro.
Info: 333 7959286
Comprare un souvenir
Volere o dovere comprare un souvenir è pensiero ricorrente di una vacanza e a Maratea può trovare facile soluzione. Infatti nel borgo, sulla via principale ed in Piazza Buraglia, a Fiumicello, al Porto ed al Castello ci sono numerosi negozietti utili allo scopo; in estate poi, è possibile visitare anche il mercatino delle pulci a Piazza Vitolo. Abbondano i magneti di Maratea, i magneti, le palle di neve e le riproduzioni di varia grandezza del Cristo Redentore, ma si possono trovare anche piccoli oggetti tradizionali, ceramiche di qualità, ottimi tessuti. Una particolare citazione va fatta per i caleidoscopi artigianali di Maratea proposti dalla Bottega dei Caleidoscopi. In alternativa può essere valutata l'idea di acquistare qualche prodotto della gastronomia tradizionale!
Per acquistare un Caleidoscopio di Maratea: 0973 877797 - This email address is being protected from spambots. You need JavaScript enabled to view it.